domenica 19 febbraio 2017

Vite quasi parallele. Capitolo 32. Villa Orsini: chi viene e chi va

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Augusto Orsini sposò Angelica Traversari Anastagi nel giugno 1954, dopo essersi laureato in ingegneria nel febbraio dello stesso anno.
Il matrimonio fu celebrato, come tradizione per la famiglia Orsini, nella chiesa di Pievequinta, e i festeggiamenti si tennero presso la Villa, nella Contea di Casemurate.
Apparentemente Ettore Ricci, il vero capo della famiglia Orsini, fu molto contento del fatto che gli sposi avessero scelto di abitare presso la Villa.
C'erano infatti varie ragioni che facevano sentire Ettore di buon umore.
In primo luogo, dopo che la famiglia Ricci aveva fatto valere le ipoteche sul Feudo Orsini, Ettore controllava la maggioranza delle aziende agricole ad esso collegate, di fatto era divenuto il nuovo Signore della Contea, anche se di nome il Conte rimaneva suo suocero Achille.
La famiglia Ricci e i suoi alleati (in primo luogo la famiglia Braghiri) avevano, in tutto e per tutto, sostituito gli Orsini dalla gestione economica.Se dunque Armando avesse voluto dare un suo contributo, lo avrebbe fatto come azionista di minoranza.
<<Tuo padre è un Conte "scontato">> amava ripetere Ettore a sua moglie Diana, divertendosi molto per quel gioco di parole <<E tuo fratello è l'erede di un titolo che non vale più niente>>
Il matrimonio di Ettore e Diana era altrettanto vuoto di significato. Vivevano da separati in casa fin dai tempi del suicidio (o per meglio dire presunto suicidio) di Isabella Orsini.
Diana non replicava alle provocazioni del marito. Era il periodo del suo amore felice per Federico Traversar, e quando si è felici non si è mai permalosi.
Il vecchio Conte Achille Orsini, pur sentendosi tradito dalla famiglia Ricci, era troppo preso dai successi del figlio Augusto per preoccuparsi delle questioni economiche.
L'anziana Contessa Emilia, però era sospettosa nei confronti di Ettore, e continuava a soffocare nell'alcool la propria inquietudine.
Ettore Ricci era, di fatto, il padrone ed era intenzionato a far valere la sua autorità.
In secondo luogo Ettore si era invaghito della cognata Angelica Traversari, e gli piaceva l'idea che lei sarebbe abitata a Villa Orsini, sotto il suo attento controllo.
Inizialmente la convivenza delle varie coppie nella Villa si svolse in maniera tranquilla.
Diana era stata molto occupata a curarsi dell'educazione delle figlie, in particolare della secondogenita, Silvia, che era la più portata per gli studi.
Quando Silvia comunicò ai genitori la propria volontà di proseguire gli studi al Ginnasio e poi al Liceo Classico, all'inizio suo padre Ettore mostrò delle resistenze, ma dopo qualche giorno di riflessione, cambiò idea e sembrò quasi felice di spedire la figlia in un collegio in centro a Forlì.
In fondo, preferiva che ci fossero, presso la Villa, meno testimoni per ciò che aveva in mente di fare, e che non aveva ancora rivelato a nessuno.
Il suo piano scattò con un'astuta mossa padronale: offrì al cognato Augusto Orsini la direzione della Fabbrica Macchine Agricole Ricci, corredando tale offerta con un generoso stipendio.
Tutti ne rimasero meravigliati, dal momento che credevano che Ettore Ricci fosse invidioso e geloso di Augusto, e sperarono che questo gesto generoso e pacificatore potesse finalmente porre fine alle rivalità tra i due.
Diana però mise in guardia il fratello citando Virgilio: <<Timeo Danaos, et dona ferentis>>
<<Ed io dovrei temere Ettore Ricci anche quando porta doni?>>
<<Sì>> confermò Diana <<Conosco troppo bene mio marito e so che quando prende qualcuno in antipatia è impossibile fagli cambiare opinione. Vuole farti abbassare la guardia. E' sempre stata la sua strategia. Nei momenti in cui fa il finto tonto e la gatta morta, puoi stare sicuro che presto scatterà il suo agguato>>
Augusto aveva scrollato le spalle:
<<Non ho paura di lui>> 
Diana scosse la testa, sospirando:
<<E' proprio per questo che sei in grave pericolo>>


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