sabato 21 giugno 2014

Storia del giardinaggio 1



Sebbene la coltivazione delle piante per l'alimentazione umana e per gli animali risalga all'epoca preistorica e una prima idea di giardino possa farsi risalire ad un grafogramma sumero del 3000 a.C., raffigurante un triangolo con al centro disegnato un albero, le prime testimonianze dell'esistenza di giardini ornamentali realmente compiuti sono da considerarsi le pitture murali egiziane del 1500 a.C..
I giardini più rinomati del mondo occidentale antico furono i giardini di Tolomeo ad Alessandria d'Egitto e grande influenza ebbe la tradizione di giardinaggio importata a Roma da Lucullo. Le pitture murali di Pompei, insieme ai resti archeologici, sono testimonianze degli sviluppi elaborati che portarono anche alla costruzione di enormi giardini grazie alla grande ricchezza dei romani. I resti di alcuni di questi grandi giardini sono ancora oggi visibili, come ad esempio presso Villa Adriana a Tivoli. Purtroppo durante il XVI e il XVII sec. le antiche ville romane furono letteralmente spogliate dei loro marmi e delle loro statue, che furono portate in altri giardini patrizi, cardinalizi o papali. Da qui il detto "Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini".
Bisanzio e la Spagna moresca mantennero vive le tradizioni dopo il VI secolo. Nel frattempo una tradizione di giardinaggio si era autonomamente sviluppata in Cina, e poi in seguito da qui in Giappone, dove si tradusse nella creazione di giardini aristocratici che riproducevano paesaggi in miniatura centrati attorno a laghetti oppure dei severigiardini zen presso i templi.
In Europa, l'arte del giardino rinacque durante il XIII secolo in Languedoc e nell'Île-de-France, e poi nei giardini delle ville italiane nel primo Rinascimento.
parterre francesi, la cui tradizione risale alla fine del XVI secolo ebbe il suo massimo fulgore nelle interpretazione che ne diede André Le Nôtre nella progettazione dei principali giardini nobiliari di Francia.
Nel XVIII secolo il giardino di paesaggio inglese aprì nuove prospettive.


Il XIX secolo vide il fiorire del revival dei giardini storici e la nascita dei giardini romantici di cui una delle espressioni più note è quella dei cottage garden inglesi.

(Nelle foto, il parco di Sandringham House, residenza di campagna della famiglia reale inglese)



Dal XX secolo l'architettura dei giardini si evolvette integrandosi e sovrapponendosi con le nuove discipline dell'urbanistica, con il design, con l'arte delle installazioni, delle performance e della Land Art.



La prima testimonianza di un giardino egizio è un modellino di un edificio, noto come "Casa delle Bambole", in cui il giardino ha un ruolo predominante rispetto alla costruzione, ridotta ad un semplice portico con colonne. La "Casa delle Bambole" risale al 2000 a.C. e fu rinvenuta nella camera mortuaria di Mekere, cancelliere del faraone Monthuotpe II. Attualmente è conservata al British Museum.
Tuttavia l'esempio più prezioso di una testimonianza di giardino egizio proviene da un affresco tombale di un alto ufficiale del faraone Amenofi II, databile attorno al 1400 a.C., che raffigura un giardino a pianta quadrata, cinto da mura, in cui le coltivazioni sono scandite in aiuole geometriche, con piccole peschiere per le piante acquatiche, per l'allevamento dei pesci e degli uccelli acquatici, circondati da file di alberi di acacia e di palme oltre che di fichi, papiri, arbusti ornamentali e alberi di difficile identificazione. La perimetrazione con alti muri era necessaria per ombreggiare le piante, proteggerle dai venti e dalla sabbia, oltre che a scopo dissuasiorio nei confronti di intrusi.
Il giardino egizio, come quello persiano, tende ad isolarsi dal contesto esterno, plasma il deserto per rendere fertili terre sterili, irrigandole con l'acqua. Non è infatti casuale che i giardini più antichi si siano sviluppati nel bacino del Mar Mediterraneo e che abbiano in comune il fatto di avere un forte carattere di riservatezza, anche perché all'epoca i giardini ornamentali erano destinati solo alla frazione di popolazione più ricca e di posizione sociale elevata. Il giardino raffigurato nell'affresco tombale rappresenta un esempio di elevata simmetria e di composizione geometrica delle parti. In esso è anche compiuto il senso estetico che pregna i giardini, cioè quello del piacere della bellezza.
Acqua e ombra sono caratteristiche fondamentali dei giardini egizi e del bacino del Mediterraneo, non solo scopo di protezione delle colture e dall'intensa irradiazione solare, ma anche perché la canalizzazione dell'acqua permetteva una ripartizione rigorosa secondo modelli matematici che gli egizi avevano già concepito.
Piante con certezza coltivate presso gli egizi sono le palme da dattero, i fichi, i papiri, il loto, il sicomoro, l'uva, mandorli, olivi, melograni, tamerici. Da queste piante si ottenevano anche frutti, oli, unguenti per cosmetici e medicinali.
I fiori furono particolarmente cari agli egizi poiché avevano funzione rituale nel culto dei morti. Con essi si facevano corone per la testa o per il petto, tanto che la botanica si affida spesso ai reperti delle tombe egizie per datare la presenza di un genere o una specie.
(fine prima parte)

Parchi e giardini

























Il giardino è uno spazio progettato, di solito all'aperto, riservato alla vista, alla coltivazione botanica e al godimento di piante e altre forme naturali.
Il termine deriva da una radice indogermanica: Gart o Hart, con il significato di "cingere, circondare"; per definizione storica è quindi una porzione di superficie delimitata. Il fatto che i giardini (soprattutto quelli molto antichi) siano sempre cintati ha determinato una confusione sull'origine del termine, il cui significato è "cingere", non "custodire, sorvegliare, fare la guardia", come a volte (erroneamente) si legge. Neanche il greco e il latino avevano dei termini univoci per indicare il giardino, e sia la parola "hortus" (latino) che "Kepos" (greco), indicano uno spazio delimitato, chiuso. I latini avevano altri termini per definire i giardini, a seconda della funzione: "viridariaum" era il vivaio dove si producevano e accudivano nuove piante, il "pomarium" era il frutteto, il "nemus" una boscaglia non totalmente irregimentata dove si celebravano riti sacri. Vedi Bosco di Nemi. Tali boschi, frequenti durante l'epoca precristiana, venivano chiamati anche "lucus".
Si dà spesso per scontato che i giardini siano a cielo aperto, ma la critica contemporanea ha sollevato obiezioni su questo ed è indiscutibile che esistano alcuni giardini lodevoli anche in luoghi non a cielo aperto.
Il giardino è nato con lo scopo di coltivare piante da frutto, da fiore o semplicemente ornamentali. Il giardino solitamente è situato in prossimità di edifici privati o pubblici, ma può trovarsi anche isolato da questi, prendendo il nome di parco nei casi più estesi. Nell'accezione comune quando si parla di giardino si intende solitamente quello di tipo ornamentale, mentre si usa il termine orto per indicare quello in cui si coltivano ortaggi a scopo alimentare (orticoltura).


Flowers





 Petunie









Glicine





Ortensie



















Lavanda





SUMMER IN A PRAIRIE/MEADOW GARDEN
Location: Jakobstuin in Eestrum, The Netherlands.
Designer: Jaap de Vries, the owner.
Photographer: Mr. de Vries












Design d'interni e di esterni - Home design





































Nelle scienze applicate il termine progettazione (in inglese design) indica l'attività, promossa dal progettista, che è alla base della costruzione/realizzazione di qualsiasi oggetto complesso, sia esso materiale o soltanto concettuale attraverso la stesura di un progetto.
È un processo che a partire da norme tecniche, calcoli, specifiche e disegni, perviene alla definizione dei dettami, linee guida e specifiche necessarie alla produzione/realizzazione di un manufatto, un edificio, un componente, un apparato, o in generale di un prodotto o un servizio (per esempio un'abitazione, un ponte, una strada, una sedia, un'autoveicolo, un software, un sistema elettronico) riassunte all'interno di un progetto.
In senso più esteso per progettazione si intende l'insieme delle fasi di pianificazione e programmazione di un insieme di attività che porteranno ad un risultato atteso, il quale potrà essere raggiunto in maniera totale, parziale o anche essere mancato. In definitiva quindi quasi tutte le attività umane ricorrono, più o meno efficacemente, ad una progettazione cioè a mezzi, strategie e azioni più opportune per raggiungere determinati fini.
In generale essa è possibile grazie ad un concentrato di conoscenze, azioni, metodologie e strumenti che tendono razionalmente a organizzare e produrre specifiche per l'esecuzione materiale di manufatti di svariati tipi, dalle grandi strutture (ponti, dighe ecc.) a quelle di medie dimensioni (edifici, piazze ecc.), ai manufatti d'uso comune quali mezzi di trasportoarrediutensili, sino alla progettazione di attività economiche e ludiche e quella legata all'informatica. La progettazione cambia quindi denominazione e diventa architettonicaurbanisticadesign industrialedesign degli interni (interior design), progettazione ergonomica.
Spesso l'elemento che raccorda tradizionalmente molti di questi ambiti progettuali è il disegno tecnico, attualmente svolto attraverso l'uso di piattaforme CAD (Computer Aided Design).
Il design degli interni o interior design o architettura degli interni è la progettazione degli spazi e degli oggetti d'uso comune all'interno di un luogo chiuso, sia esso un'abitazione privata, un esercizio commerciale, uno spazio ricettivo, un ambiente di lavoro.
Comunemente si associa all'interior designer una figura più simile ad uno stilista d'interni, ma in realtà il designer presta particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere la casa, ad esempio che i mobili abbiano il giusto dimensionamento, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano disposti in modo comodo e funzionale, che i materiali e le tecnologie siano di buona qualità, che non ci siano potenziali pericoli per la salute di chi usufruirà di questi ambienti,l'abbattimento delle barriere architettoniche, la ristrutturazione architettonica e l'ammodernamento per nuove destinazioni d'uso, che ci sia una buona insonorizzazione, un buon rapporto fra consumi energetici e comfort, che tutto l'ambiente sia in armonia tra l'ingombro degli spazi pieni e l'utilizzo degli spazi vuoti.
Prima dell'introduzione di queste definizioni tutto ciò si riconduceva all'arte della decorazione che veniva distinta dall'arte dell'architettura vera e propria perché non andava a modificare le strutture portanti degli edifici, ma si occupava sia degli abbellimenti interni ed esterni che degli arredamenti veri e propri.
È da tenere presente che il termine design è di recente introduzione, importato dalla lingua inglese alla metà del '900 e che si sostituisce al tradizionale termine italiano di architettura o progettazione, in lingua tedesca Gestaltung
Il disegno industriale (dall'inglese industrial design) è l'uso sia di arti applicate che di scienze applicate al fine di migliorare esteticaergonomiafunzionalità e/o usabilità di un prodotto, e si può occupare anche del miglioramento della commerciabilità o persino della produzione. Il ruolo è di sviluppare e concretizzare soluzioni per problemi di forma, usabilità, ergonomia fisica, marketing, sviluppo del brand, e vendite.
Tale significato di progettazione è meglio espresso dalla locuzione anglosassone industrial design, grazie alla distinzione terminologica, propria dell’inglese, tra design («progetto») e drawing («disegno»). Tuttavia l’espressione disegno è la traduzione italiana comunemente accettata e ufficialmente adottata dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI), fondata nel 1956.
Il design ha un significato molto più ampio e tecnico: comprende anche il rapporto tra il prodotto e il suo utilizzatore e l'intero studio del suo processo costruttivo, l'intero progetto di un prodotto, compreso il suo ciclo di vita. Il design di un prodotto è quindi il risultato dell'analisi di tutte le caratteristiche progettuali che definiscono il prodotto stesso. Il design di un oggetto, quindi, racchiude in se un elevato insieme di studi come l'ergonomia, l'usabilità, lapre-produzione, l'impatto ambientale, la dismissione, i costi, la scelta dei materiali e delle loro proprietà, dei rivestimenti, le proprietà meccaniche e strutturali, ecc.
Il lavoro del designer - la figura professionale di questo settore - va dalla fase di ideazione di un oggetto (concept) a quella finale di produzione, passando per tutti gli stadi intermedi: progettazione, sviluppo e ingegnerizzazione. La sua professionalità, si situa a monte del momento della produzione vera e propria, e si limita alla progettazione di un prototipo, che dovrà essere realizzato successivamente in un numero determinato di pezzi, assolutamente identici l’uno all’altro. La proposta finale risulta dalla valutazione dei diversi fattori della produzione, che implicano la collaborazione di esperti di diverse zone disciplinari contigue: si allude tanto ai fattori relativi all’uso, fruizione e consumo individuale o sociale del prodotto (fattori funzionali, simbolici o culturali), quanto a quelli relativi alla sua produzione (fattori tecnico-economici, tecnico-costruttivi, tecnico-sistemici, tecnico-produttivi e tecnico-distributivi). Possiedono inoltre conoscenze teoriche e tecniche sulla comunicazione visivamultimedialità e interattività: competenze necessarie per progettare le interfacce di prodotti e servizi.
Gli strumenti e il metodo di lavoro del disegno industriale ingegneria vengono applicati in vari settori produttivi, nominati ricalcando l’espressione "industrial design":

La storia della progettazione industriale è lunga quasi quanto quella della produzione industriale stessa. Esistono diverse ipotesi sulla nascita della disciplina.
La principale la fa risalire al movimento artistico Arts and Crafts, nato in reazione alla rivoluzione industriale nell'Inghilterra del XIX secolo, che determina lo sviluppo delle arti applicate. Il processo artistico-creativo non è fine a sé stesso, ma comincia ad essere adattato alla realizzazione di oggetti d'uso comune. Fondamentali sono le possibilità offerte dai nuovi sistemi di produzione e il progresso nell’uso dei materiali.
La realizzazione degli oggetti esce così dai ristretti ambiti artigianali ed entra nel più economico processo di produzione seriale. Questo consente di accrescere enormemente il numero di pezzi prodotti e le persone che possono averli. La produzione in serie è centrale nella storia del design, anche se non ne è l’unica caratteristica.
Altri autori collocano la nascita del design come professione agli inizi del Novecento, con l’attività dell’architetto tedesco Peter Behrens. L’azienda AEG lo incaricò di progettargli di tutto: dalle fabbriche, ai prodotti, alla comunicazione. Behrens definiva questa attività "riorganizzazione del visibile". La definizione “industrial design” arrivò più tardi, negli anni Quaranta, coniata casualmente: a quanto pare compariva nel documento di un ufficio brevetti americano.
La storia del design caratterizza tutto il XX secolo. Man mano le filosofie progettuali moderne si fondono con i principi della produzione in serie: di un oggetto si pensano contemporaneamente l’aspetto estetico, le funzioni d’uso e le caratteristiche costruttive, collegando questi aspetti in una logica tipicamente moderna e razionalistica. Il designer diventa il controllore creativo di tutto il processo, lavorando a favore di una fruizione il più possibile allargata e quindi democratica del prodotto. Fondamentale, in tal senso, il contributo fornito dalla scuola di arti applicate del Bauhaus, fucina di idee-guida e promotrice di una funzione etica del designer nella società. Nel secondo dopoguerra le tendenze razionalistiche della progettazione si evolvono, e l'incessante aumento della capacità produttiva dell'industria contribuisce a diffondere l'idea di una progettazione che favorisce la deriva consumistica attuale.
Si sono succedute ed esistono numerose scuole di design, che si differenziano per approccio, metodologia progettuale e collocazione geografica, tanto che si sente parlare spesso di design italiano, giapponese, tedesco ecc., ognuno con caratteristiche ben riconoscibili.
Fondamentalmente, il disegno industriale può essere suddiviso in 4 grossi campi:
Più in dettaglio, troviamo le seguenti sottocategorie:

Home Design