giovedì 12 giugno 2014

Il Trono del Pavone, la dinastia Pahlavi di Persia e la dinastia Moghul d'India



La dinastia Pahlavi regnò in Iran dal 1925 al 1979, quando la Rivoluzione iraniana mise fine alla millenaria tradizione monarchica del Paese. Nel 1921 l'ufficiale dell'esercito Reza Khan attuò un colpo di Stato contro il sovrano Ahmad Qajar, e utilizzò i quattro anni successivi per consolidare il proprio potere personale sopprimendo ogni opposizione. Nel 1925 la Majlis (il Parlamento iraniano) convocata in seduta speciale depose l'ultimo rappresentante della dinastia Qajar e nominò Reza Khan, denominatosi Pahlavi, quale nuovo scià.





Nell'agosto del 1941, URSS e Gran Bretagna invasero l'Iran, arrestarono il sovrano e lo deportarono in Sudafrica. Sul trono salì il figlio Mohammad Reza Pahlavi (Teheran26 ottobre 1919 – Il Cairo27 luglio 1980, che dichiarò guerra alla Germania nel settembre 1943.



La corona imperiale di Persia ai tempi della dinastia Pahlavi







La terza moglie di Mohammed Reza Palhavi, Farah Dibah.



L'ultima imperatrice di Persia, Farah Dibah Pahlavi



Farah Pahlavi, in persiano فرح دیبا (Teheran14 ottobre 1938), nata Farah Diba, è la vedova di Mohammad Reza PahlaviShah dell'Iran, ed ex Imperatrice (Shahbanou) del moderno Iran. Anche se i titoli e le distinzioni della famiglia imperiale iraniana in Iran sono stati aboliti dal governo islamico, è ancora formalmente Imperatrice (Shahbanou) per i media stranieri. Alcuni paesi come gli Stati Uniti d'AmericaDanimarcaSpagna e Germania si riferiscono ancora all'ex Imperatrice come Sua Maestà Imperiale Shahbanou dell'Iran nei documenti ufficiali, ad esempio nelle liste degli ospiti per le nozze reali.



In precedenza lo scià aveva sposato in prime nozze Fawzia d'Egitto e in seconde nozze Sorāyā Esfandiyāri Bakhtiyāri (persiano ثریا اسفندیاری ﺑﺨﺜﻴﺎﺭی ; Esfahan22 giugno 1932 – Parigi25 ottobre 2001) è stata la seconda moglie di Mohammad Reza Pahlavi, l'ultimoScià di Persia. In Italia fu più conosciuta con il nome di Soraya.












Sulle armi reali lo scudo, sormontato dalla corona dei Pahlevi, è rotondo inquartato; nei quarti, simboli in oro del culto e della mitologia persiana. Nel primo quarto l'emblema nazionale, il leone col sole, in campo azzurro; nel secondo, il dio zoroastriano Ahura Mazda in campo rosso; il terzo quarto, verde con bordo oro, mostra la spada di Alì; sul quarto una mitica creatura alata ricorrente nell'arte dell'antica Persia (es. bassorilievo di Shusha, sommità di colonna a Persepoli). Sul disco centrale è rappresentato il Damavand, un vulcano spento che è il monte più alto dell'Iran, o, secondo un'altra interpretazione, la montagna di luce sacra agli sciiti. Lo scudo è sostenuto da leoni armati di sciabola e adorno del collare dell'Ordine Reale dei Pahlevi. Il motto sul cartiglio, Mara dad farmud va Hod Davar Ast, significa "Egli mi ha ordinato di essere giusto, ed egli mi giudicherà".







Va detto, a scanso di equivoci, che precedentemente il termine Trono del Pavone era già stato usato dall'Impero Moghul, che aveva governato l'India nei secoli precedenti all'invasione britannica.



The Peacock Throne (Hindustani: تخت طاؤس, मयूरासन: MayūrāsanaPersianتخت طاووس‎, Takht-i Tāvūs) was a famous jewelled throne that was the seat of the Mughal emperorsof India. It was commissioned in the early 17th century by emperor Shah Jahan and was located in the Red Fort of Delhi. The original throne was subsequently captured and taken as a war trophy in 1739 by the Persian king Nader Shah, and has been lost ever since. A 2000 report by The Tribune, estimated the value of the Peacock Throne at $810 million USD (Rs 4.5 billion).



The Mughal era is a historic period of the Mughal Empire in South Asia (mainly Northern India, Pakistan and Bangladesh) that was ruled by members of the Barlas Mongol Timurid Dynasty. It ruled from the early 16th century to the early 18th century when the Mughal emperors' power dwindled. It ended with the establishment of the British Raj in 1858.



The Mughal Emperor Shah Alam II made futile attempts to reverse the Mughal decline, and ultimately had to seek the protection of outside powers. In 1784, the Maratha's under Mahadji Scindia won acknowledgement as the protectors of the emperor in Delhi, a state of affairs that continued until after the Second Anglo-Maratha War. Thereafter, the British East India Company became the protectors of the Mughal dynasty in Delhi.



 After a crushedrebellion which he nominally led in 1857-58, the last Mughal, Bahadur Shah Zafar, was deposed by the British government, who then assumed formal control of the country



Gothian (seconda edizione). Capitolo 6. La Contea di Keltar Senia





Il borgo dei Keltar della stirpe Senia era un piccolo villaggio di campagna, composto da un centinaio di fattorie con al centro la tenuta della contessa, Lady Ariellyn Vorkidian, costruita secondo gli standard dei manieri, con pietra scura e una corte interna. 
Da secoli la famiglia Vòrkidian cercava di abbellire in qualche modo quella terra fangosa strappata alle paludi con opere continue di bonifica e canalizzazione
Lady Ariellyn Vorkidian, lo governava con saggezza, per conto del Duca di Amnisia. 
Ariellyn era una tipica Keltar, dagli occhi verdi e dai capelli col rame e ondulati, e nonostante avesse ormai una certa età, era ancora una donna affascinante.


Nonostante fosse l'unica ad avere il diritto di reclamare l'eredità del trono dei Keltar, vacante dal giorno in cui l'ultimo re, Vorkidex Pendràgon, era stato sconfitto e ucciso da Arexatan Eclionner, imperatore dei Lathear, Lady Ariellyn aveva preferito condurre una vita ritirata e modesta, soprattutto dopo la misteriosa scomparsa della figlia Lilieth, la madre di Marvin.
A chi le ricordava il lignaggio regale del nipote, Lady Ariellyn si schermiva, dicendo che ormai quella stirpe era spezzata, e che Marvin non era erede di nulla di rilevante. Se poi qualcuno le muoveva delle critiche per averlo fatto crescere in campagna, quasi come un selvaggio, lady Ariellyn dichiarava che : Un’infanzia a contatto con la terra, ancorato alla terra, con le radici che sprofondano nella terra, ha reso forte la sua personalità. Nessuna crisi è arrivata a scalfirlo” 
 All compimento dei sesto anno, Marvin era stato comunque condotto ad Amnisia, la città lagunare, per incominciare gli studi che lo avrebbero condotto a diventare retore presso la cancelleria del Duca Gallrian de Bors.
Ogni estate il ragazzo tornava comunque al villaggio, dove oltre alla nonna, lo attendevano gli amici d'infanzia e il suo primo maestro, il druido Halfgan.
Era una giornata calda di metà luglio quando anche quell'anno Marvin si era messo in viaggio per  tornare nella terra dei suoi avi.
Aveva percorso a dorso di mulo la Via Orientale, una antica strada dal selciato in pietra, costruita dai Lathear secoli prima e da loro mantenuta pulita e agibile, con stazioni di rifornimento e alloggio ogni venti miglia. 


I Lathear erano insuperabili in quanto a opere di ingegneria civile e idraulica.
Partendo dal porto di Aminsia, la Via Orientale si dirigeva verso sud e fiancheggiava a est la Pineta di Protezione, piantata dai Lathear per consolidare la spiaggia, e a ovest la Palude Senia, un grande bacino di acqua dolce, in parte drenata dal Fossato Grande, il più imponente canale di scolo di tutto il Ducato. 
Si vedevano le folaghe volare a stormi sulle paludi, e gettarsi nell’acqua ricca di pesci. 
I canneti e la vegetazione spontanea erano rigogliosi. 
Alla gente non piacevano quei luoghi, mentre Marvin sarebbe stato ore a contemplare quella natura selvaggia. 
La mia terra… mia nel senso che io ne faccio parte, non nel senso che la possiedo.
Una volta oltrepassato il ponte sul Fossato Grande, incominciavano i campi coltivati. 
La civiltà banalizza il paesaggio
Eppure bisognava dissodare quei terreni fangosi, se si voleva avere di che vivere. 
La Via Orientale costeggiava l’amatissimo Fossato Piccolo, da cui arrivava il drenaggio alle terre del Borgo, e delle colline sovrastanti. 
Presso il Borgo la Via Orientale incrociava la Via del Mare, che univa la Colonia Fluvia dei Lathear, a Senia Marina, le cui saline portavano molte ricchezze nelle casse del Duca di Amnisia. 
Dopo ‘incrocio, la Via Orientale continuava verso il Sud fino alla Sublime Porta della Grande Muraglia, varcate le quali diventava una vera strada imperiale, meglio pavimentata e curata, che si dirigeva per oltre mille miglia verso il meridione e l’Istmo di Lathéna, dove gli Oceani quasi si toccavano, nel cuore dell’Impero Lathear 








Il Borgo di Keltar-Senia era nato come insediamento agricolo dei Keltar presso il luogo strategico dell’incrocio tra le due strade, dove c’era il ponte sul Fossato Piccolo, valicato il quale Marvin prese un piccolo sentiero che conduceva alla tenuta di sua nonna. 
Poiché Lady Ariellyn non aveva più fratelli viventi, il titolo feudale era passato a lei, assieme al diritto di trasmettere il proprio nobile cognome ai figli e ai nipoti
I Vorkidian potevano vantare una discendenza altrettanto prestigiosa di quella degli Eclionner, ma al contrario di questi ultimi, erano molto decaduti sia in termini di potere che di prestigio e di denaro, nonostante gli sforzi della Lady di risollevare le sorti della famiglia e della tenuta. 
Come sempre Ariellyn aveva raggiunto il villaggio alcune settimane prima, all’inizio dell’estate, per sistemare l’antica villa, che, dopo la lontananza dei padroni nei mesi freddi, aveva sempre bisogno di lavori e migliorie per essere resa pienamente abitabile. 
Il druido Halfgan, amministratore della fattoria di Ariellyn, risiedeva nelle vicinanze con il discepolo Gwydion, e controllava la proprietà durante l’inverno, per poi aiutare la proprietaria nel dirigere i lavori di manutenzione annuale. 
In genere, quando Marvin arrivava, a metà luglio, i lavori erano terminati e la villa era di nuovo in condizioni discrete, e così fu anche quell’anno. 
Nel varcare i cancelli d’ingresso del podere, il giovane provò un senso di gioia, di sollievo e di protezione, nel ritrovare intatto il paesaggio abituale della sua infanzia. 

La proprietà era delimitata da piccole mura con inferriate e da una grande siepe, tranne che nel lato orientale, dove il confine era rappresentato dall’argine del Fossato Piccolo.



Le mura circondavano il giardino esterno della villa, che era boscoso e quasi selvaggio, mentre il cortile interno, su cui si affacciavano anche le abitazioni dei contadini, con i capannoni per il fieno, le stalle, i porcili e i pollai, era un’ampia aia, ricoperta di un prato sempre ben falciato, dove le galline razzolavano e i conigli brucavano l’erba
Questa corte era collegata al giardino esterno per mezzo di un portone, che di giorno rimaneva aperto in modo che uomini e animali potessero entrare e uscire liberamente dall’aia. 
Le fortificazioni erano state rese necessarie dopo l'anno della Primavera di Sangue, in cui il maniero dei Vorkidian era stato usato come rifugio per la popolazione minacciata dagli scontri tra i Lathear e gli Alfar
I primi ad accorgersi dell’arrivo di Marvin, come sempre, furono i cani, che lo conoscevano fin da quando era bambino e si ricordavano benissimo di lui nonostante i lunghi mesi di assenza, aiutati nel ricordo dalle cibarie che il giovane portava con sé proprio per loro. 


La sua voce e il richiamo del cibo fece accorrere ben presto anche la colonia di gatti che viveva presso la villa, i cui componenti discendevano tutti da un’unica gatta che era appartenuta ad Ariellyn quando Marvin era bambino, e i cui cuccioli, per sua volontà, erano stati tutti lasciati vivere e nutriti a spese della Lady, che d’inverno lasciava questo compito al druido Halfgan, anch’egli amante dei gatti. 
Non a caso l’arrivo della colonia dei felini fu seguito da quello del vecchio Halfgan,. L’anziano druido aveva una lunga barba e indossava un abito scuro. Procedeva appoggiandosi ad un nodoso bastone ricavato dal ramo di una quercia e con l’altra mano salutava il giovane a cui voleva bene come a un figlio. 


Appena lo vide, Marvin gli corse incontro e lo abbracciò. Il druido era stato l’unica figura paterna della sua vita, e gli voleva bene così come ad Ariellyn. 
«Come stai, Halfgan? » 
«Tiro avanti, con l’aiuto degli Dei e della natura, anche se ormai sono più di settanta le primavere che questo vecchio corpo ha passato» 
«Vorrei poter arrivare io alla tua età con la tua salute! » 
«Oh, spero per te che farai di meglio! L’umidità di questi luoghi mi è penetrata nelle ossa» 
«Allora in agosto verrai con me e la nonna a Senia Marina a camminare lungo la spiaggia» 
«Vedremo… » non pareva molto convinto, e infatti ogni anno accampava scuse pur di evitare il soggiorno nel capanno che Ariellin possedeva a Senia Marina. 
«Piuttosto, Marvin, devo complimentarmi con te per il diploma di retore! So che hai avuto un’ottima valutazione» 
«Ti ringrazio. Ma esami sono stati duri, e sono molto stanco» 
«Qui avrai modo di riposarti. E se ne avrai voglia, mi racconterai le cose nuove che hai appreso» 
«Molto volentieri, anche se, come ben sai, tutto ciò che mi hanno insegnato ad Amnisia è basato dei dogmi della religione Lathearica» 
«Ah, figliolo, non voglio che tu ti metta contro il Clero di Lathéna. Devi nascondere il tuo scetticismo, altrimenti questo finirà per nuocere al tuo lavoro, quando sarai al servizio del Duca» 



«Fino ad oggi ci sono riuscito, ma non sai quanto mi costa» 
Sospirò.
«Posso immaginarlo. Ma purtroppo non hai scelta: il potere del Clero di Lathéna è ancora enorme, soprattutto ad Amnisia, dove la dipendenza dall’Impero è rimasta molto forte» 
Marvin scosse il capo:
«Meno forte che in passato, comunque. Ormai la Federazione Keltar è uno stato sovrano, una unione di Ducati sotto un'unica bandiera, quella dell'antico Pendragon.



 I rapporti tra il duca Gallrian e la Reggente dei Lathear si stanno deteriorando. Pare che lord Gallrian voglia ospitare la principessa Alienor, quado farà tappa ad Amnisia nel suo viaggio verso Lathena.» 
«Uhm…» Halfagan si accigliò, come sempre quando sentiva nominare l’Imperatrice Ellis «Gallrian è sempre stato un uomo ambiguo. Gli piace fare il doppio gioco. Quanto a Ellis... non è il momento adatto per parlarne... poi mi racconterai tutto a tempo e luogo, ora vai a salutare tua nonna, che sta arrivando» 
Ariellyn era appena uscita dal portone dell’aia e camminava con compostezza verso di loro. 
Era ancora una donna molto giovanile, alta, snella, con il portamento eretto e la vita sottile, il volto magro e asciutto, la pelle chiara, gli occhi di un verde luminoso e i capelli che conservavano ancora il colore fulvo ramato, tipico delle donne dei Keltar. 
Nonostante avesse perduto da anni il marito e la figlia, Ariellyn non aveva mai mostrato segni di debolezza o di cedimento: aveva sempre saputo cavarsela in ogni situazione, ed era stata in grado di superare con successo le più dure avversità. 
Lo ha fatto per me. Pensò Marvin. Si è fatta forza per non farmi mancare nulla… 
Lei e Hafgan erano tutta la sua famiglia, ed avrebbe voluto che fossero eterni, che non invecchiassero mai. 
E lì, nel giardino della villa di Keltar Senia, per un attimo egli si illuse che il tempo non fosse mai passato e che veramente la nonna e il druido fossero rimasti esattamente com’erano quando lui era bambino. L’illusione durò qualche breve momento, poi però fu impossibile evitare di notare quanto Halfgan si fosse incurvato e indebolito, e quanto Ariellin fosse più magra ed esile, come se qualcosa la stesse lentamente prosciugando. Inutile far finta di nulla: il tempo stava passando per tutti, anche nel paesaggio immobile di Keltar Senia. 
«Hai fatto buon viaggio? » gli chiese sua nonna, dopo averlo abbracciato. 
«Sì, anche se mi hanno divorato le zanzare come al solito» 
«Si fanno più aggressive di anno in anno» notò Ariellyn 
«Sono le navi che fanno scalo ad Amnisia a portare le larve di zanzare più cattive dal sud» dichiarò il druido «e questo ha causato il diffondersi delle febbri verso cui nemmeno noi siamo vaccinati» 
«Beh, la gente della mia Contea è comunque molto robusta» concluse la Lady: «Sono secoli che le zanzare tentano di farci estinguere senza riuscirci! » 
Si diresse verso il mulo, che brucava pazientemente l’erba all’ombra degli alberi: «Su, Marvin, aiutami a scaricare questi bagagli e a portare il mulo nella sua stalla» 
Ariellyn non si era mai tirata indietro di fronte ai lavori pratici. Preferiva fare le cose importanti personalmente, per controllare che tutto si svolgesse in modo corretto. 
Halfgan aveva raccontato a Marvin com’erano altezzosi i genitori di Ariellyn e come si erano opposti al fatto che la loro unica figlia sposasse un uomo del villaggio. Ma era destino che nella sua famiglia i matrimoni fossero contrastati dalle famiglie, poiché la stessa Lady aveva disapprovato l’unione di sua figlia Lilieth con Rekormas Roth. 
Ma quello era un argomento tabù: qualunque domanda egli facesse a sua nonna o al druido riguardo ai suoi genitori, subito calava un muro di silenzio e di imbarazzo che non c’era modo di far cadereEppure lui avrebbe voluto sapere tutto dei suoi: era come se una parte di lui gli fosse stata rubata e tenuta nascosta per tanti anni. C’erano dei segreti talmente dolorosi e gravi che tutti si rifiutavano di parlare. Era come se dal libro della sua vita avessero strappato le prime pagine, o forse tutto l’intero prologo e anche il primo capitolo. 
Come posso capire chi sono, se non so nemmeno com’erano coloro che mi hanno messo al mondo
Aveva solo vaghi ricordi di sua madre.



Nemmeno sotto tortura sua nonna avrebbe rivelato qualcosa. Halfgan invece non sapeva tutto, ma era probabile che avesse intuito o scoperto nelle sue “visioni” qualcosa che non doveva essere assolutamente divulgato. 
Ma cosa? Cosa mai hanno potuto fare di così grave i miei genitori?
Col tempo aveva rinunciato a tornare sull’argomento, eppure aveva giurato a se stesso che un giorno a avrebbe scoperto da solo tutto ciò che aleggiava attorno a quel mistero. 
«Su Marvin, non restare lì impalato, porta quel mulo nella stalla! » gli gridò Lady Ariellyn che già stava entrando nell’aia con in mano alcune borse di bagagli del nipote, seguita dal curvo e zoppicante Halfgan. 
Sono a casa, pensò Marvin con un senso di profonda serenità, mentre il sole tramontava sulle colline in lontananza e le rondini compivano le loro acrobazie sul cielo dal colore di rosa.









Palazzi, castelli e gioielli di Ludwig II di Baviera



Ludovico II, qualche volta tradotto in italiano anche come Luigi II di Baviera (Monaco di Baviera25 agosto 1845 – Lago di Starnberg13 giugno 1886), fu re di Baviera dal 1864 al1886, anno in cui fu dichiarato pazzo e deposto. È a volte indicato come Swan King in inglese e der Märchenkönig (il re delle favole) in tedesco. Altri titoli erano conte palatino del Reno, duca di Baviera, Franconia e Svevia.
È a volte indicato anche come il "pazzo re Ludwig", anche se l'esattezza di tale etichetta è stata contestata: fu deposto per motivi di malattia mentale, senza visita medica, e morì il giorno dopo in circostanze misteriose: le domande sulla diagnosi medica restano controverse. Uno dei suoi detti più citato è «Voglio rimanere un eterno enigma per me stesso e per gli altri».
Fu noto come un eccentrico la cui eredità si intreccia con la storia dell'arte e dell'architettura; infatti egli commissionò la costruzione di numerosi stravaganti castelli fiabeschi (il più famoso è il Neuschwanstein) e fu un devoto mecenate del compositore Richard Wagner. Fu generalmente ben voluto e ancora oggi è venerato da molti in Baviera. La sua propensione nel costruire castelli è una grandiosa eredità per la Baviera e contribuisce ad incrementarne il fatturato turistico di massa.



Linderhof Palace (German: Schloss Linderhof) is a Schloss in Germany, in southwest Bavaria near Ettal Abbey. It is the smallest of the three palaces built by King Ludwig II of Bavaria and the only one which he lived to see completed.





Hohenschwangau Village on left, Schloss Hohenschwangau on right, as seen from Neuschwanstein Castle.



Wappen Deutsches Reich - Koenigreich Bayern (Grosses) 














Salì al trono bavarese all'età di 18 anni, in seguito alla morte del padre. Il suo aspetto giovane e pensieroso lo rese molto popolare in Baviera e all'estero. Uno dei suoi primi atti fu il patrocinioufficiale del suo idolo, Richard Wagner. Per gran parte del suo regno, Ludovico promosse la riconciliazione fra gli stati tedeschi.
Le maggiori preoccupazioni nei primi anni di regno di Ludovico furono l'aspettativa per un erede e le relazioni con la Prussia. Entrambe le questioni furono in primo piano nel 1867. Ludovico era fidanzato con la principessa Sofia, sua cugina, nonché sorella minore dell'imperatrice Elisabetta. Il loro fidanzamento venne reso pubblico il 22 gennaio 1867, ma dopo aver ripetutamente rinviato la data del matrimonio, Ludovico alla fine annullò il fidanzamento in ottobre. Sofia sposò in seguito Ferdinando Filippo Maria, duca di Alençon (1844 – 1910), figlio di Luigi d'Orleans,duca di Nemours. Ludovico non si sposò mai.

  • Linderhof – un palazzo ornato in stile neo-rococò, con bei giardini curati. Il parco contiene una grotta artificiale dove cantanti d'opera si esibivano su un lago sotterraneo illuminato con l'elettricità, una novità per quel tempo, e la capanna di Hunding, ricostruzione della scena tratta dall'opera La Valchiria di Richard Wagner. All'interno del palazzo l'iconografia riflette il fascino di Ludovico per l'Ancien Régime francese. Egli si riteneva il "Re Luna", in analogia con il "Re Sole", Luigi XIV di Francia.
Ludovico fece decorare parte della residenza reale di Schachen con interni in stile arabico, con anche una replica del Trono del Pavone. Fece inoltre progettare il castello di Falkenstein, che non venne però mai realizzato. Un dipinto dell'architetto Christian Jank mostra l'edificio come una versione ancora più fiabesca e elaborata di Neuschwanstein, arroccato su uno sperone roccioso.