sabato 3 maggio 2014

Siete belli o brutti? Il test del dito che lo svela spopola sul web. Ecco di cosa si tratta

test dito

E' una domanda che sicuramente toglie il sonno a milioni di persone in tutto il mondo, ma che adesso ha una sua risposta, almeno in misure oggettive. Per rispondere al fatidico quesito, direttamente dalla Cina, infatti, è arrivato il test del dito, e sui social network, in tantissimi (anche tra personaggi famosi) già si stanno sfidando per dimostrare quanto valgono a suon di dito.

Come fare quindi? Basta posizionare il dito indice contro il mento e quindi toccare la punta del naso, se le labbra si appoggiano al dito è fatta, siamo belli!


Dalla Cina il social test di bellezza

Sono già in molti a postare le inequivocabili foto, e a prendersi una rivincita contro il sistema che non riconosce la vera bellezza, basta con quei soliti luoghi comuni tipo: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, servono prove scientifiche.

Ma come è nata questa moda? La risposta sta nella chirurgia estetica: infatti per creare un profilo perfettamente in regola con gli attuali canoni, i chirurghi estetici si assicurano che labbra e naso siano sulla stessa linea.

Miei cari lettori e soprattutto mie care lettrici, ebbene, ho appena fatto il test è ho scoperto di essere BELLO!   ;-)

Games of Thrones: parallelismi e parodie all'ombra del Trono di Spade














Ed ecco chi realmente vincerà il Gioco del Trono: l'unico che sopravvivrà (forse)

Vestito tre pezzi grigio / gessato uomo. Cravatta nodo Windsor. Tie Windsor knot.


Grey pin striped 3 piece suit for men. Windsor tie knot.







La mappa dei nomi più diffusi al mondo

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Si tratta dei nomi maschili. Ho ingrandito al massimo la mappa in modo che risulti leggibile: è molto interessante. Per alcuni paesi purtroppo mancano i dati. Il nome più diffuso in italia è Francesco, il che è un paradosso perché la sua etimologia deriva dal nome di uno stato estero, la Francia. Molti nomi sono legati alla religione, specie nel mondo mussulmano.
Vediamo in particolare i nomi più diffusi in Europa.

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Eurasia e Nordafrica

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America Latina

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Nord America

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La massima espansione dei Celti in Europa nel IV secolo a.C.



Nella mappa possiamo vedere i territori colonizzati dai Celti nel periodo della loro massima espansione.

Con il nome di Celti si indica un insieme di popoli indoeuropei che, nel periodo di massimo splendore (IV-III secolo a.C.), erano estesi in un'ampia area dell'Europa, dalle Isole britanniche fino al bacino del Danubio, oltre ad alcuni insediamenti isolati più a sud, frutto dell'espansione verso le penisole ibericaitalica e anatolica. Uniti dalle origini etnicheculturali, dalla condivisione di uno stesso fondo linguistico indoeuropeo e da una medesima visione religiosa, i Celti rimasero sempre politicamente frazionati; tra i vari gruppi di popolazioni celtiche si distinguono i Britanni, i Galli, i Pannoni, i Celtiberi e i Galati, stanziati rispettivamente nelle Isole Britanniche, nelle Gallie, in Pannonia, in Iberia e inAnatolia.
Portatori di un'originale e articolata cultura, i Celti furono soggetti a partire dal II secolo a.C. a una crescente pressione politica, militare e culturale da parte di altri due gruppi indoeuropei: i Germani, da nord, e i Romani, da sud. I Celti furono progressivamente sottomessi e assimilati, tanto che già nella tarda antichità l'uso delle loro lingue appare in netta decadenza. L'arretramento dei Celti come popolo autonomo è testimoniato proprio dalla marginalizzazione della loro lingua, presto confinata alle sole Isole britanniche. Lì infatti, dopo i grandi rimescolamenti altomedievali, emersero gli eredi storici dei Celti: le popolazioni dell'Irlanda e delle frange occidentali e settentrionali della Gran Bretagna, parlanti lingue brittoniche o goideliche, le due varietà di lingue celtiche insulari.

Tappe dell'espansione celtica

1) La Tène, nucleo originario, attuale territorio svizzero
File:La Tène Culture.jpg

2) Zone di intensa colonizzazione celtica tra il V e il IV secolo a.C.

File:Celts in III century BC.jpg

3) Massima espansione dei Celti in Italia nel 390 a.C.

File:Gallia cisalpina.jpg

Tratto principale dell'identificazione dei popoli celtici è l'appartenenza a una medesima famiglia linguistica, quella delle lingue celtiche. Tale famiglia è parte del più ampio insieme indoeuropeo, dal quale si distaccò nel III millennio a.C. Tre sono le principali ipotesi che precisano meglio il momento della separazione del celtico comune o protoceltico.
Secondo la prima, il protoceltico si sarebbe sviluppato nell'area della Cultura di La Tène a partire da un più ampio "insieme europeo". Questo continuum linguistico, esteso in gran parte dell'Europa centro-orientale, si formò in seguito a una serie di penetrazioni di genti indoeuropee in Europa, giunte dalla patria originaria indoeuropea (le steppe a nord del Mar Nero, culla della cultura kurgan); il distacco dal tronco comune di questo insieme europeo viene fatto risalire ai primi secoli del III millennio a.C., approssimativamente tra il 2900 e il 2700 a.C..
Le seconda ipotesi, che comunque muove dalla medesima visione d'insieme dell'indoeuropeizzazione dell'Europa, postula una penetrazione secondaria in Europa centrale (sempre nell'area di La Tène, e sempre a partire dalle steppe kurganiche). Tale movimento di popolazione, in questo caso esclusivamente proto-celtico, sarebbe collocabile intorno al 2400 a.C. Questa posticipazione della separazione del proto-celtico dall'indoeuropeo è motivata da considerazioni dialettologiche, che sottolineano alcune caratteristiche che le lingue celtiche condividono con le lingue indoeuropee più tarde tra cui, in particolare, il greco.
Le terza ipotesi muove invece da un'impostazione radicalmente differente. Si tratta di quella, avanzata da Colin Renfrew, che fa coincidere l'indoeuropeizzazione dell'Europa con la diffusione della Rivoluzione agricola del Neolitico(V millennio a.C.). Il protoceltico sarebbe, in tal caso, l'evoluzione avvenuta in situ, nell'intera area occupata storicamente dai Celti (Isole BritannichePenisola ibericaGalliePannonia), dell'indoeuropeo. Tale ipotesi è sostenuta in ambito archeologico (insigne archeologo è lo stesso Renfrew), ma contestata dai linguisti: l'ampiezza dell'area occupata dai Celti, l'assenza di unità politica e il lungo periodo di separazione delle diverse varietà di celtico (tremila anni dal celtico comune alle prime attestazioni storiche) sono un insieme di fattori ritenuto incompatibile con la stretta affinità tra le varie lingue celtiche antiche, assai simili le une alle altre.

Il gatto quotidiano.










Alcuni gatti amano mangiare l'erba e la verdura.