mercoledì 30 gennaio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 19. Marigold rivela ad Ellis le decisioni dei congiurati.



<<Capisco il tuo dilemma. Hai ricevuto un incarico importante qui e lo vuoi portare a termine>>
Così Marigold aveva espresso con grande sintesi ciò che vedeva accadere nell'animo di Ellis.



<<Anche se volessi lasciare Gothian, non potrei farlo. Gli ordini di Marvin sono stati ben precisi. Fintanto che non cadrà l'Ultima Thule, io dovrò rimanere qui>>
Marigold la guardò dritto negli occhi:
<<Se Marvin sarà deposto, il tuo incarico qui diventerà ben poca cosa>>
Ellis le lanciò un'occhiata di sbieco:
<<Come intendono "deporlo"?>>
La Contessa di Gothian chiuse gli occhi, come se avesse rivisto quella scena mille volte:
<<Lo vogliono far sprofondare nella pazzia. Le sue premonizioni ultimamente si stanno sviluppando in vere e proprie visioni. Questo misticismo lo demoralizza e lo indebolisce. I congiurati intendono assecondarlo su questa strada, instillando in lui pensieri negativi>>
L'ex reggente rimase perplessa:
<<Marvin è forte, non riusciranno mai a provocargli la pazzia!>>
Marigold fece un sorriso come se avesse sentito dire una ingenuità da un bambino:
<<Anche i congiurati sono forti. Hanno trovato alleati tra i druidi più tradizionalisti, in particolare il vecchio Bendeigind, che è un conoscitore dei testi della magia nera, in particolare il Malleus Maleficarum e la Clavicula Salomonis. Ovviamente anche lui è un mistico, e porterà con sé a Caemlyn altri personaggi con poteri mentali eccezionali>>



Ellis si rese conto che la situazione era più grave di quanto pensasse:
<<Gli scriverò una lettera per avvertirlo>>
Marigold continuò a sorridere con supponenza:
<<Ma lui sa già che questi personaggi fanno parte della congiura. Il suo errore è che crede non solo di tenergli testa, ma di portarli dalla sua parte! C'è bisogno che qualcuno lo dissuada da quel folle progetto!>>
<<Ha già sua moglie  e sua nonna che lo sorvegliano da mattina a sera e da sera a mattina!>>
<<La regina crede ciecamente nelle doti di Marvin e quindi lo sta incoraggiando inconsapevolmente nella direzione che lo porterà alla rovina. Quanto a lady Ariellyn, non è mai riuscita a convincere né lui, né Lilieth a comportarsi in modo sensato. Per questo, Ellis, lui ha bisogno di te!>>
<<Perché non ci va Lilieth allora, visto che è sua madre! Qualcuno glielo dovrà pur ricordare!>>



<<Lilieth è incinta ed è troppo innamorata del suo nuovo marito. Non mi meraviglierebbe se si fosse messa a partecipare al Gioco del Trono!>>
Ellis si sentiva esasperata dalle stranezze della famiglia Vorkidian, che pure in apparenza si era sempre presentata come molto più equilibrata degli Eclionner.
E' come se nessuno di loro fosse più se stesso, come se gli avessero fatto un incantesimo. E non è da escludere questa idea, considerati i poteri di Bendeigind. Marvin deve sapere!
Non sarebbe comunque stato facile far cambiare idea a suonipote su quelle questioni.
Però devo rendermi conto con i miei occhi di quello che sta succedendo a corte. 
Non si fidava per niente di Marigold, e avrebbe preferito rimanere a tenerla sotto sorveglianza, ma i messaggi che la Dama Gialla aveva mostrato erano inequivocabili.
La congiura è in atto, e sono in troppi ormai a dirmi che Marvin si sta perdendo nelle sue visioni.
Guardò di nuovo Marigold e le disse:
<<Andrò a Caemlyn, a verificare di persona la situazione. Ma non pensare di essere più libera: farò raddoppiare la sorveglianza su di te e sui tuoi figli! Hai ancora molta strada da fare per meritarti il mio perdono e, a maggior ragione, la mia fiducia!>>


Cast

Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold di Gothian
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner
Christopher Lee (Saruman) - druido Bendeigind
Claire Forlani (Igraine di Camelot) - Lilieth Vorkidian

Gli eredi di Gothian. Capitolo 18. Marvin e Ulume discutono su tutto.



Marvin era seduto su un trono di spade molto simile a quello delle Cronache del Ghaiccio e del Fuoco. A fianco a lui c'era il lupo albino Arf, che era appartenuto a suo padre Masrek ed era passato a lui come tutto il resto: l'anello di zaffiro degli Eclionner, che designava il capo della famiglia, il sigillo imperiale, che indicava il sovrano legittimo e altri effetti personali che, di fatto, stabilivano senza ombra di dubbio che l'imperatore dei Lathear sarebbe dovuto essere lui, e non il suo fratellastro Elner XI.
Proprio per discutere di questo, il priore della Grande Canonica, padre Rudo Ulume, aveva atteso pazientemente per tre giorni dal suo arrivo.



















Quando vide il giovane re dei Keltar lo trovò molto incupito e la
sua espressione era dura e nel contempo malinconica. Le guardie, attorno a lui, avevano un'espressione ancora più cupa. Il clima era molto teso.
Padre Grizinga deve avergli anticipato qualcosa, e lui non l'ha presa affatto bene.
Ulume si inginocchiò con deferenza, ma Marvin gli fece segno di accomodarsi in una poltrona alla base del palanchino reale.
<<Vi ringrazio, Vostra Maestà>>
Marvin annuì con un cenno:
<<Quali notizie portata da Lathena>>
Ulume decise di arrivare subito al punto.
<<Non buone, Maestà. Vostro fratello Elner ha ordito una congiura ai vostri danni, molto ampia come ramificazioni. La notizia giunge da una fonte sicura: Bial l'Eunuco>>
La malinconia nel viso di Marvin si accentuò:
<<Hai una lista dei congiurati?>>
Il sacerdote estrasse un rotolo di pergamena da una tasca e lo porse a Marvin, che però lo rifiutò con un cenno della mano, lasciando che fosse sua moglie Igraine a occuparsene.



Allora le voci sono vere: è la regina che detiene le redini del comando. Santo cielo, Marvin, ma cosa ti è successo?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Marvin dichiarò:
<<Mentre a Lathena ci si diletta a tessere trame e inganni, qui a Caemlyn stiamo lavorando duramente per costruire la pace e il benessere. Mi dispiace di averti fatto attendere, ma in questi giorni il Consiglio sta decidendo su questioni improrogabili>>
La sua voce era roca, e le palpebre erano appesantite dal sonno.
Se va avanti così, la malattia e la morte lo colpiranno molto prima dei congiurati.
Ulume non sapeva come comunicargli quell'impressione, specie lì davanti a tutti, alla presenza della regina e dei suoi parenti.
<<Se non verrete presto a Lathena, sire, temo che comunque qualcosa succederà>>
Marvin non apparve per nulla sorpreso:
<<Persino mia madre si è stancata di aspettarmi. Non posso darle torto... >>



<<...Del resto già da tempo ho maturato l'idea che sia impossibile per me governare l'intero Continente. Immagino che il candidato legittimo sia la principessa Irulan>>



Il prete rimase di nuovo senza parole.
Continua a leggermi nel pensiero? L'espressione annoiata sul suo volto sembra dare l'idea che stia recitando una commedia che non lo diverte più.
Possibile che il Principe Promesso fosse già stanco della sua missione?
<<In molti vogliono Irulan sul Trono del Sole, ma temono la nefasta influenza di sua madre, Susan Fuscivarian, che sta facendo il doppio gioco, e degli altri membri di quel clan. Inoltre c'è l'incognita dei figli che Sephir ha avuto da Marigold, e di quelli che Elner ha concepito con Alienor. La Dinastia rischia di cadere nel disordine e con lei tutto l'Impero Lathear, trascinando con sé il Continente>>



Marvin pareva quasi non ascoltare. Era come se stesse contemplando una visione che agli altri era negata.
Sta esaminando le premonizioni. Si dice che sia un processo molto doloroso, perché è quasi sempre senza speranza.
Attorno a lui, anche gli altri dignitari erano consapevoli che il re si stava districando tra miriadi di futuri plausibili, ognuno dei quali portava con sé enormi rischi e dolori.
Con un cenno, lo fece avvicinare a sé:
<<Anche Marigold fa il doppio gioco. Le congiure in atto sono tre: quella di Elner, quella di Irulan e quella di Marigold. Ho avuto premonizioni discordanti riguardo al loro esito, e comunque, ancora non riesco a cogliere i nessi logici che legano una visione all'altra, e nemmeno il modo in cui intendono porre fine alla mia vita. Per questo devi tenere gli occhi bene aperti, perché io vedrò attraverso di te>>
Le parole erano così lontane e tristi che Ulume osò chiedere a bassa voce:
<<Maestà, vi vedo profondamente afflitto>>
Marvin gli sussurrò all'orecchio:
<<Viene per tutti il momento in cui ci rende conto di essere in un universo che non ci piace ed in un corpo troppo limitato per le nostre esigenze>>
Quelle parole non erano solo una affermazione pessimistica sulla natura umana.
Marvin doveva aver visto realmente qualcosa che aveva rafforzato tali convinzioni.
Se potessi chiedergli di rivelarmi cosa ha visto nel futuro! Deve esserci qualcosa di terribile, per turbarlo in quel modo.
Ulume scorse una furtiva lacrima che rapidamente scese sul volto di Marvin.
Gli parve di percepire la profonda angoscia che si stava impadronendo del giovane re.
Improvvisamente l'awen si impadronì anche di Ulume, che vide in un breve attimo tutti i possibili futuri e le possibili concatenazioni, e lo spaventarono a morte.
Marvin riemerse dalle sue meditazioni con lo sguardo di un medico che ha appena certificato la morte di un paziente.
<<Gli dei mi sono testimoni: sto facendo tutto il possibile per questo Continente. Ho un debito d'onore verso l'imperatrice Alienor, perché promisi a suo padre di liberarla. Molti pericoli la minacciano: è necessario che lasci Lathena prima che tutte queste congiure si realizzino. Riferisci a Bial, a Vyghar e a mia madre che affido a loro tutte le questioni imperiali>>
Ulume si chiese se veramente quella era una rinuncia definitiva o solo una pausa. In ogni caso ammirò la compostezza con cui Marvin affrontava l'uragano che si era abbattuto contro di lui.
<<Maestà, sappiate che non siete più da solo ad affrontare tutto questo. All'inizio non avevo capito, ma ora tutto mi sta diventando chiaro. Ho visto cosa c'è dietro la collina. L'ho visto e ne ho avuto paura>>
Marvin si alzò e lo abbracciò.
<<Non temere amico mio, è solo la ruota della vita che scorre più velocemente e in mille direzioni>>

Ulume ricordò un antico proverbio in una lingua keltari, l'occitano-catalano:
"Enfin lo temps sen va, va res l'eternitad, fugir tu puede enfin, enfin escapar non"
Non potevano sfuggire al loro destino, ma potevano quantomeno scegliere di che morte morire.
<<Mio signore, affido a voi la mia vita e la mia anima>>
Marvin gli impartì una benedizione nel nome di Ahura Mazda, Belenos e Vivien.
Poi giunse il momento del congedo:
<<Presto prenderò delle decisioni importanti e voi sarete il primo a saperlo. Siete sempre il benvenuto qui a Caemlyn. Verrà il giorno in cui affronteremo insieme tutto ciò che ora si nasconde "dietro la collina". Ma il nemico che è fuori di noi è anche dentro di noi, ed è lì che per primo dobbiamo sconfiggerlo. E in quella battaglia, i cuori di tutti gli uomini vivono nell'identica solitudine>>








Gli eredi di Gothian. Capitolo 17. Il dilemma di Ellis Eclionner



Ellis Eclionner si aggirava come uno spettro nei meandri gelidi e oscuri del Castello di Gothian, da cui controllava le operazioni militari contro i vampiri albini in tutta la contea, e oltre, fino all'Artico.
Gli ultimi rapporti forniti dal suo segretario personale, il vecchio e fedelissimo Rowland Tucker, dalla testa sempre più quadrata e dalle gote sempre più cascanti, era cauto, con una piccola vena di pessimismo, tipica del suo stile.
"... per questo mi permetto di suggerire a Vostra Maestà..." e qui Ellis sorrise al pensiero che il suo antico primo ministro si rivolgesse a lei come se fosse ancora l'Imperatrice Reggente, la dark lady soprannominata la Vedova Nera, che per quasi vent'anni aveva governato l'Impero del Lathear con il pugno di ferro, in nome e per conto di suo figlio, l'attuale sovrano Elner XI "...di inviare in avanscoperta un drappello di militari scelti, guidati da ranger esperti, per stanare i covi dei vampiri albini che si sono concentrati in massa nelle regioni vicine all'Estremo Nord, quella terra che fin dall'antichità veniva chiamata l'Ultima Thule"





Era molto probabile che il covo dei vampiri albini si trovasse presso l'Ultima Thule, e lì ci fosse il quartier generale degli Eredi di Gothian, i fratelli Daemon Iceblood e Daenerys Divoratrice di Cuori.
Ordinerò alle avanguardie di seguire il fiume Bianco. Ma i pericoli della steppa e della tundra che si trova a est potrebbero essere maggiori di quel che si creda. 
Ma questa non era la maggiore delle preoccupazioni di Ellis.
Devo impedire che scoppi una guerra fratricida tra Elner e Marvin, ma non mi fido di Marigold come mediatrice.
La ex Contessa di Gothian aveva ottenuto il permesso di trascorrere due ore al giorno con i suoi figli Anakin e Valyria. Non intendeva concederle altri spazi.
Come posso fare ad influire sulla situazione del Continente Centrale se mi trovo esiliata in questo castello tra le desolazioni, le montagne e le nevi.
Il castello di Gothian era il centro del suo feudo, certo, ma anche la sua prigione!





Aveva accettato di ritirarsi in quel luogo, su consiglio di Marvin, dopo la morte del principe Masrek Eclionner. Doveva scontare il suo periodo di vedovanza, e quel luogo gelido era stato il luogo più giusto per anestetizzare il suo dolore.
Ma ora mi sto risvegliando. Incomincio a sentire che la vita continua, che non posso rimanere fino alla morte in questo mondo gotico.
In fondo tutto ciò che vedeva intorno a lei era una sorta di grande romanzo gotico, o di genere gothic o dark, secondo le espressioni che lo designavano nella lingua alfari moderna.
E lei come dark lady, come oscura regina, come signora delle tenebre, aveva l'aspetto ideale per essere la signora di quel luogo, la nuova Contessa di Gothian.e signora di Dark Shadows.









Ma era un grande spreco il fatto che la sua grande esperienza politica fosse confinata a quel luogo angusto, a quella Torre delle Ombre, o Castello Nero, lungo la Barriera che separava il regno degli Alfar da quello degli Albini, e che di fatto coincideva col circolo polare artico.
Eppure se questa è la torre delle ombre, allora io dovrei sentire anche il canto delle ombre. E invece non sento nulla. Dove sei Masrek, perché mi hai abbandonata qui, ai confini del mondo?





Ma forse l'idea di esclusione era relativa.
Se qui si nascondesse un grande potere, allora tutto si ribalterebbe. Cosa si nasconde nell'Ultima Thule?
Ricordava che suo nonno il senatore Fuscivarian le ripeteva sempre che: "Il potere non si trova dove la gente crede che si trovi. Il potere è tanto maggiore, quanto più è segreto"
Ellis scacciò quel pensiero. Non era il potere che le interessava.
Voglio una nuova opportunità. Sono una donna di trentotto anni. Posso ancora rifarmi una vita. Ma con chi? Non certo con qualche bruto che vive tra questi ghiacci, o qualche yeti o abominevole uomo delle nevi!
Ma se avesse lasciato adesso quel luogo, non solo avrebbe contravvenuto ad un ordine di Marvin, ma avrebbe lasciato campo libero a Marigold, e questo non poteva succedere.
Che fare dunque? Rimanere in quelle Cime Tempestose e fare la fine di una Catherine Earnshow o di un Heathcliff, oppure riprendere in mano la propria vita e ricominciare?
Per Ellis non c'era dubbio.
Ricominciare, perché ogni giorno è sempre un nuovo inizio.


Cast

Eva Green (Angelica o Angie) - Ellis Eclionner
Le altre immagini sono riconducibili alle citazioni intertestuali di questo capitolo estremamente gotico, dark, dove Ellis ritrova il suo ruolo di donna fatale, che le permetterà di tornare protagonista della grande strategia che ruota intorno al Gioco del Trono.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 16. Morgil, l'Elfo Oscuro.


La sua vita era cambiata completamente una notte dell'anno prima, quando gli Albini del Conte Fenrik di Gothian avevano invaso il regno degli Alfar.
All'epoca il suo nome era Gil-Gàlad, "Stella di radianza", ed era un Alfar, un elfo luminoso della nobile stirpe dei Noldor.



I Noldor erano una stirpe elfica pura. Non si erano mai "contaminati" con unioni matrimoniali con gli uomini del nord, a differenza di quasi tutti gli altri Alfar.
In origine gli Elfi erano chiamati Quendi, perché erano stai i primi a parlare, e si dividevano in varie famiglie.
Quando giunsero gli uomini del Nord, solo tre famiglie degli Elfi non accettarono di fondersi col nuovo popolo. Quelle tre stirpi, conosciute sotto il nome comune di Eldar, erano i Vanyar, i Noldor e i Teleri.



I Vanyar erano poi partiti per Aman, la terra del Continente Occidentale, seguiti dai Noldor e da buona parte dei Teleri. Costoro videro le luci dei primi alberi sacri, e furono appunto detti Elfi Luminosi o Alti Elfi o Eldar, e la loro lingua era il Quenia.
Ufficialmente le loro terre facevano parte del regno degli Alfar, ma sostanzialmente erano indipendenti.



Quando i Noldor erano tornati  nel Continente Centrale, ne erano divenuti la stirpe più nobile, di fronte alla quale persino la famiglia reale degli Alfar doveva inchinarsi. Avevano ottenuto la ricca provincia del Beleriand, che confinava con l'Oceano Occidentale. Lì si erano radunati tutti quegli Alfar che avevano per lo più sangue elfico nelle vene.
Per questo motivo, quando il Conte di Gothian aveva invaso la provincia del Beleriand, in quel luogo l'effetto del morso dei vampiri albini era stato del tutto imprevisto e sorprendente.
Invece che trasformarli in altri vampiri, secondo l'ordine 666 del Conte Fenrik, i Noldor e i Mezzelfi si erano tramutati in Elfi Oscuri.





In molti la malvagità aveva prevalso, e si erano schierati dalla parte di Lord Fenrik, ma in molti altri la bontà era riuscita a mantenere il controllo della loro anima.
Fu così che si raggiunse il giuramento con Marvin Vorkidian, che si impegnava a liberare il regno degli Alfar dai vampiri. Gl Elfi Oscuri allora passarono dalla parte di Marvin, e Gil-galad, che era il loro capo, assunse il nome di Morgil, che in lingua Quenia voleva dire "Stella oscura", cioè "Darkstar" in lingua alfari moderna.
Morgil e i suoi Elfi Oscuri erano stati determinanti nella vittoria di Marvin Vorkidian, e nella sua operazione di  bonifica del regno dai vampiri.
Ma poi le legioni di Marvin sono rimaste nel nostro regno e lo governano come se fosse una provincia del regno dei Keltar.
Il giuramento era stato infranto e così le speranze degli Alfar.
Il sacrificio della patria nostra è consumato, tutto è perduto...
Morgil da allora aveva guidato la Resistenza contro gli occupanti, i Keltar, che in quenia erano detti Celti.
Eravamo un nobile popolo, ora siamo ridotti a un manipolo di ribelli, che si nascondono in un luogo segreto chiamato Jacurutu, malfamato come lo erano stati Tupile e Terramara, ai tempi in cui Vyghar di Linthael era un pirata e Sephir Eclionner un fuorilegge a capo della Piovra.
Marvin Vorkidian aveva presentato una offerta di tregua del tutto inaccettabile e irricevibile.
Il problema principale era la giustificazione che Marvin adduceva all'occupazione militare del regno degli Alfar: "A prescindere dall'eventualità, non ancora verificata, che tutti i vampiri albini siano stati eliminati o comunque cacciati dai territori degli Alfar, resta da stabilire quale sia la moralità degli Elfi Oscuri. Sono essi devoti al dio del Bene e ai suoi angeli, o al dio del Male e ai suoi demoni? Fintanto che questa risposta non sarà stata chiarita, non potremo mai correre il rischio di lasciare il Regno ai malvagi".



L'abilità di Marvin nel presentare, a suo favore, le situazioni, era nel contempo abilissima e ingenua. Abilissima perché nell'ambito politico ciò che conta più di ogni altra cosa è stabilire qual è il nemico e attribuire ad esso tutti i mali, compreso quello ontologico e metafisico.
Ingenua perché non teneva conto del fatto che non fosse per nulla scontato decidere cosa era il Bene e cosa era il Male. E anche se si fosse riusciti a dare una tendenziale indicazione al riguardo, chi poteva misurare la percentuale dell'uno o dell'altro nella mente di un individuo o di un popolo?
Agli occhi di Marvin sono un malvagio, ma ai miei occhi, cosa sono? 
Poteva bastare il morso del vampiro a corrompere la mente di colui che ne era stato vittima?
La mia pelle è divenuta nera, i miei capelli bianchi, ma la mia anima che colore ha?
Domande, sempre domande, da quel maledetto giorno in cui ricevette il morso del vampiro.
C'è stata una guerra, ed ora c'è una ribellione: come potevo essere soldato senza uccidere, e ribelle senza oppormi alla legge?
Non era stato mai crudele, mai sadico. E se avesse potuto, non avrebbe mai fatto del male ad anima viva.
Ma il sospetto che Marvin insinuava nella lettera che accompagnava la proposta di pace era che gli Elfi Oscuri fossero"devoti al dio del Male e ai suoi demoni".
Questo è falso, non serviamo nessun demone e nessun dio. E' questa una colpa, Marvin? Il fatto di non credere nel tuo Ahura Mazda, nei suoi angeli, e nel suo profeta Zarathustra?



Nemmeno i Keltar riescono a credervi. E' un culto persiano antichissimo, venuto dal Continente Orientale, e qui conta solo pochi adepti.
Nei momenti più difficili della guerra, Morgil aveva tentato di pregare la dea della Luce, Aenor, pregando per la sua intercessione presso il supremo Ahura Mazda, ma non aveva avuto alcuni beneficio.
Con fede sincera, la mia preghiera ai santi tabernacoli salì. Diedi gioielli della Madonna al manto, e diedi il canto agli astri, ai cieli, che ne ridean più belli. Diedi fiori agli altari. Ma adesso, nell'ora del dolore, perché, perché, Signore, perché me ne remuneri così?
Quello era stato il suo "de profundis clamo ad te, Domine". Ma nessuno aveva risposto.
E allora sempre emergeva la domanda:
Non mi rispondi perché non ci sei, o perché non ne sono degno? E se fosse, non ne sono degno per mancanza di fede o per i peccati commessi?
Domande. Altre domande senza risposta, finché in ultimo si era stancato di domandare ed aveva iniziato ad agire.
Ormai la macchina della ribellione è avviata e non si può più tornare indietro. Marvin, prega con fervore il tuo dio, perché solo lui, a questo punto, può salvarti!