venerdì 14 dicembre 2012

La mitologia germanica: il Beowulf e i Nibelunghi



La prima espansione dei Germani in età antica precristiana è indicata in questa mappa:

File:Germanic tribes (750BC-1AD).png

La mitologia germanica in senso stretto comprende quella tedesca e quella anglosassone, mentre in senso lato comprende anche quella nordica norrena, a cui è molto simile, ma rispetto alla quale presenta alcune differenze:
1)  nei nomi delle divinità,
2)  nella visione cosmologica,
3) nelle fonti letterarie da cui è desunta, che sono sostanzialmente due poemi: il Beowulf per gli anglosassoni (questo poema fu studiato e interpretato in maniera interessante anche da Tolkien) sia il  Canto dei Nibelunghi (da cui Wagner trasse famosissima serie di opere liriche "L'anello del Nibelungo", e da cui Tolkien trasse l'idea dell'anello come elemento centrale del suo più famoso romanzo).


1) I nomi delle divinità. Conosciamo gli dei germanici, gli Asi e i Vanir, grazie soprattutto alle fonti scandinave. Asi e Vanir ricordano gli Asura e i Deva indoiranici, mentre le Norne ricordano le Parche/Moire greco-romane che presiedono il destino umano.Gli dei principali sono Wotan (Re degli Dei, corrispondente del norreno Odino), Thor (il fabbro, dio della guerra), Freyr e Freya (le divinità della fertilità e dell'abbondanza). Baldur o Baldr è il figlio prediletto di Wotan, che viene ucciso da Loki, il dio della discordia e della distruzione.



2) La cosmologia.  C'è un corrispondente all'Yggdrasil svedese, si tratta dell'Irminsul, una gigantesca quercia situata nella Bassa Sassonia tedesca, che fu fatta distruggere da Carlo Magno quando sconfisse i Sassoni e li cristianizzò con la forza. dopo averne massacrati la maggioranza.
Ecco il simbolo dell'Irminsul, che continuò a vivere nella Sassonia tedesca come ricordo delle proprie tradizioni, in segno di opposizione alla violenza dei franchi carolingi.



Dopo la morte gli eroi possono accedere al Walhalla, il paradiso dei guerrieri,



Il Walhalla è dunque molto importante nella cosmologia germanica.

Altrettanto importante è il concetto di Ragnarok, la battaglia che si combatterà alla fine dei tempi tra le forze del Bene e quelle del Male  e che porterà alla distruzione dell'universo e ad un suo nuovo inizio. Rispetto all'Apocalisse cristiana, dove avviene il giudizio universale ed regno millenario di Cristo ("Terre nuove e cieli nuovi"), nel Ragnarok tutto finisce affinché tutto ricominci dalle origini, da una nuova creazione.



3) Le fonti letterarie.

Il Nibelungenlied, ovvero Canto (Canzone) dei Nibelunghi (tradotto in italiano anche col titolo I Nibelunghi) è un poema epico scritto in alto tedesco medio nella prima metà del XIII secolo. Narra le vicende dell'eroeSigfrido alla corte dei Burgundi e la vendetta di sua moglie Crimilde, che porta ad una conclusione catastrofica e alla morte di tutti i protagonisti.
Il poema andò perduto nel XVI secolo ed è giunto a noi in diversi manoscritti che presentano un insieme di differenze e varianti. Si compone di circa 8.000 versi, raggruppati in quartine e articolati in 39 canti detti "avventure". I manoscritti furono recuperati nel XVIII secolo e divennero molto noti nell'Ottocento romantico ispirando, fra gli altri, Richard Wagner, che su di essi basò la sua celebre tetralogia L'anello del Nibelungo.


L'anello del Nibelungo (in tedesco Der Ring des Nibelungen ascolta[?·info], altrimenti detto Tetralogia) è un ciclo di quattro drammi musicali di Richard Wagner, che costituiscono uncontinuum narrativo che si svolge nell'arco di un prologo e tre "giornate":
Inoltre il tema dell'anello ha ispirato, come è noto, il romanzo di Tolkien, "Il Signore degli Anelli".


Il Nibelungenlied è basato su temi eroici germanici precristiani (la Niebelungensaga), che includevano la narrazione, tramandata oralmente, di eventi storici realmente accaduti fra il V e VI secolo. La letteratura mitologica norrena ha un parallelo di questi temi nella Saga dei Völsungar e nella Atlakviða.
L'autore del poema è un anonimo dell'area del Danubio, fra Passavia e Vienna, e ha composto l'opera fra il 1180 e il 1210, forse alla corte del vescovo di PassaviaWolfger von Erla (in carica dal 1191 al 1204). Secondo molti studiosi l'autore era probabilmente una persona istruita della corte del vescovo e scriveva per i chierici e per i nobili di corte. È stato suggerito che l'autore possa essere Konrad von FußesbrunnenBligger von Steinach o Walther von der Vogelweide, ma si tratta esclusivamente di ipotesi.



Il Beowulfè un poema epico, incompleto ed anonimo, scritto in una variante sassone occidentale dell'anglosassone (o inglese antico). La datazione è tuttora incerta, tuttavia gli indizi più significativi finora raccolti dagli studiosi tenderebbero a collocarla attorno alla metà dell'VIII secolo. Con i suoi 3182 versi, è il più lungo poema anglosassone. Il poema si apre con la costruzione di un'immensa dimora per ordine del re danese Hrothgar a Heorot, il "Cervo". La splendida reggia attira l'attenzione di Grendel, un "vagabondo delle marche", un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti, probabilmente un troll della mitologia nordica. Dopo aver studiato la vita nella reggia dall'esterno per qualche tempo, Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio.




In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati (i Goti che abitavano, probabilmente, la Svezia meridionale). Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" (dotato di una statura e di una forza sovraumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi). Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude, e in un terribile combattimento riesce a strappare un braccio all'Orco e causarne la morte.
I festeggiamenti al Cervo sono appena iniziati quando, la notte successiva, il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita in una dimora subacquea nascosta nei paludosi e nebbiosi acquitrini di una "marca" remota e inquietante.



 Beowulf offrirà ancora il suo sostegno al re e si recherà, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'Orchessa, riuscendone ancora vittorioso. Tuttavia, è da evidenziare una escalation drammatica nel fatto che, per affrontare l'Orchessa, Beowulf, diversamente da quanto accaduto con Grendel, non rinuncia ad armi ed armature, anzi si affida esplicitamente alla cotta e alla sua spada (che peraltro si rivelerà insufficiente), ed alla fine riesce ad avere la meglio solo in virtù di una spada eccezionale e prodigiosa, trovata in una circostanza fortuita nell'antro del mostro durante la lotta, senza la quale sarebbe certamente perito nello scontro.
In una subitanea accelerazione della narrazione, Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Geati e regna pacificamente per 50 anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un drago(quest'ultimo noto con vari nomi quali il serpente di fuoco, il verme di fuoco o semplicemente il verme). La figura del drago di Beowulf rappresenta un esempio canonico a cui si è certamente ispirata molta letteratura successiva, anche contemporanea (si pensi ai draghi di Tolkien): il drago di Beowulf è una serpe alata e volante; sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro (come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpente d'acqua).