giovedì 1 novembre 2012

Analisi e comunicazione della moda


Ieri mentre mi aggiravo furtivo nella Biblioteca di Discipline Umanistiche dell'università di Bologna, ho trovato questo libro il cui contenuto può forse interessare alle mie lettrici che si occupano di moda o che comunque se ne interessano. Purtroppo non ho tempo di leggere integralmente il testo, ma quello che mi ha spinto a chiederlo in prestito è la presenza di alcuni schemi che vorrei mostrarvi, sottolineando il fatto che si tratta di modelli realizzati dai docenti universitari autori del testo di cui sopra.
Il primo schema esemplifica la teoria della moda come immagine (in realtà il termine "imago" ha significati più complessi, ma comunque legati al concetto di forma percepibile)


Alla prossima sfilata a cui assisterete, spero che vi verrà in mente questo schema ;-)))
Il secondo modello riguarda l'interpretazione semiotica (la semiotica è la scienza che studia i segni, ossia tutti gli oggetti dotati di una parte fisicamente percepibile, detta significante, e di una parte concettuale, detta significato) dell'oggetto "sfilata di moda". E' concettualmente difficile per chi non conosce la terminologia della semiotica, però può essere interessante il fatto che è possibile applicare una analisi teorica a un fenomeno che alcuni giudicano frivolo e che invece ha funzioni e significati complessi:


Perdonatemi la non ottima qualità della scannerizzazione, ma trattandosi di un testo non mio non potevo schiacciarlo più di tanto. Se avete domante chiedete pure e nei limiti delle mie possibilità potrò tentare di rispondervi. Ma ora proseguiamo l'analisi dell'oggetto "sfilata di moda" con questo secondo modello:


Quello che vedete qui sopra è il cosiddetto "quadrato semiotico" i cui quattro vertici sono rappresentati da concetti legati tra loro in base a tre tipi di relazione (contrarietà, contraddizione e complementarietà) indicate dalle frecce e dai numeri.
Lo so che tutto questo è piuttosto astruso, però questo tipo di teoria sta alla base anche del marketing della moda... per cui se provate a tenere a mente alcuni concetti potreste avere la soddisfazione, che non ha prezzo, di tenere una lezione di moda teorica a Chiara Ferragni (per tutto il resto c'è Mastercard!).
Dai, fa molto "figo" parlare dei "valori ludici della sfilata-spettaccolo" in relazione di contraddizione con i "valori storici della sfilata-rituale", a sua volta complementare ai "valori pratici" della "sfilata commerciale". ;-)
Se vi interessa un approfondimento sulle differenze tra questi quattro tipi di sfilate e sulle loro valenze e funzioni, posso dedicare un altro post a questo argomento e a questo libro... se invece siete rimaste terrorizzate o disgustate da questo approccio alla moda, allora ditemelo serenamente e chiudo qui l'esperimento! ;-)